Siamo nella fabbrica di cera di Clifton dove Antonio Meucci compie i suoi ardui esperimenti. È un momento angoscioso per il geniale inventore. Tutto gli è avverso. Ora anche Garibaldi che lo confortava con la sua presenza e con la sua parola deve partire, che il fato lo chiama in Italia. La fabbrica è in un sotterraneo ove anche la luce è scarsa, sopra un tavolo si distende come una stranissima flora la congerie degli strumenti per i sondaggi fisici e le analisi chimiche. Luigi Pavese, che impersona l’inventore, entra in scena a lato di Osvaldo Valenti cui il trucco ha dato l’espressione inconfondibile dell’Eroe dei due mondi. Fatti alcuni passi in silenzio essi si fermano sotto un’arcata bassa e tenebrosa.
— E ora tu parti — dice concitatamente Meucci. Mi mancava questo; non avrò neppure il sostegno della tua amicizia. Pazienza! Fallimento su tutta la linea! Fallimento della fabbrica, dell’invenzione, di tutto! Signori si chiude! Si vende tutto all’asta!
E alza disperatamente le braccia al cielo. Garibaldi guarda fisso l’amico sul cui volto raggia potente il tumulto dell’animo e quindi risponde pacato: — Lo sai bene perché parto. Mi aspettano laggiù!….
L’inquadratura si chiude, ma nel teatro permane un silenzio quasi estatico. Il regista Guazzoni non si decide a dare l’alt. L’aiuto Poggioli resta col suo bravo copione in mano a fissare gli attori. Negli occhi di Biancini brilla una luce di vera e sentita soddisfazione. Nella scena si è veramente rivelata l’armonia dell’assieme. Come in tutte le altre cose anche nel cinematografo le cose belle fioriscono dalla perfetta organizzazione.
La «Sabaudia » che ha in Biancini un modello di direttore di produzione sa curare meticolosamente la sua produzione. Tutto è controllato al millimetro. Vediamo per esempio uno degli aspetti di questa organizzazione. La maggior parte dei produttori non valuta convenientemente l’importanza delle assistenti di scena. Ebbene l’assistente di scena è uno dei più preziosi strumenti di ordine nel corso della lavorazione di un film. Come assistente Biancini ha scelto una delle migliori: Giovanna Cipolla proveniente dal Centro Sperimentale dove ha superato la prova di regìa. Passata nel campo pratico ha apportata la sua valida collaborazione in vari film, tra i quali si ricordano tre realizzazioni di d’Errico, « Salvator Rosa » di Blasetti e « Ultima Carta » con Ballerini. Il compito della assistente è qualcosa di più di quello assegnato alla normale segretaria di edizione perché è un incarico che comprende un pò tutti quei lavori derivanti oltreché dal complesso campo della regìa anche dai settori del vestiario e dell’arredamento. Non si deve intendere che l’assistente abbia una parte squisitamente direttiva. Per il vestiario vi è il figurinista, per l’arredamento vi è lo specialista, che nel caso di « Antonio Meucci » risponde al nome del notissimo Del Signore. Ma l’assistente deve avere occhio per tutto e quel che conta intelligenza e vera competenza onde operare quel severo e chiaro controllo così necessario alla perfezione e all’armonia dell’opera.
Alessandro Alessiani
Marzo 1940