Attore si nasce o si diventa? Vi sono ancora dei pareri discordi, ma la maggioranza è d’accordo che attori si nasce. Si potrà perfezionarsi, raffinarsi in quest’arte, ma difficilmente, se non vi è l’istinto che aiuta si sarà famosi. Non per niente si dice attore « di razza » e istintivo.
Chi è nato con il dono della recitazione generalmente lo dimostra presto perché è un’arte che difficilmente attende molto a svelarsi nelle persone nate sotto l’occhio benevolo della Musa Talia.
Rossano Brazzi può essere senz’altro considerato « attore nato ». È di lui che si vuole parlare in queste righe e vederne i maggiori cenni biografici davvero non privi di interesse.
Rossano Brazzi è nato il 18 settembre 1916 a Bologna. È cresciuto a Firenze e quando frequentava l’Università fece il suo reale ingresso su un palcoscenico, recitando con il Guf e facendo, naturalmente, il protagonista!
Però dobbiamo ricordare che a 5 anni si rivelava già bravissimo nel dire le immancabili poesie, ma aveva un grandissimo coraggio e le diceva anche davanti a molte persone non solo senza impappinarsi, ma magari inventando quando erano finite per tirarla più in lungo. Attore e improvvisatore!
A Firenze cantò anche al Teatro Comunale per recite di beneficenza: cantò niente meno che l’improvviso dell’« Andrea Chenier » e altri brani d’opera ottenendo un buon successo.
Però egli preferì la prosa alla lirica anche perché per una malattia di gola la voce, pur rimanendo bella, perse della sua purezza.
Allo Sperimentale di Firenze si fece talmente notare che entrò subito a fare parte della compagnia di Emma Grammatica e nella commedia «Le sorelle Kadar» ottenne un successo personale.
Fu poi con Annibale Ninchi per dei ruoli primarissimi, quindi con Forzano per il « Cesare » ricoprendo il difficile ruolo di « Bruto ».
S. E. Renato Simoni lo volle agli spettacoli di Venezia e precisamente nel « Ventaglio » dopo averlo sentito a Firenze agli spettacoli all’aperto interpretare la parte di « Aminta » nell’opera omonima.
Stava poi, sempre a Venezia, provando con la famosa compagnia che doveva andare a Berlino per recite straordinarie e appositamente costituita, quando fu chiamato a Roma alla Scalera per interpretare un ruolo in un film.
Finalmente, si disse Brazzi, perché da tempo desiderava fare del cinematografo, ma ovunque si presentava dicevano che non era adatto!
Invece Corrado d’Errico vide più lontano di tutti e apriva una luminosa via a questo giovane, affidandogli nei « Dialoghi di Platone » la parte di Cebete.
Subito tutti si convinsero che come Brazzi era nato per recitare in palcoscenico lo era altrettanto per lo schermo e da quel giorno egli non ha avuto più un minuto di riposo.
Alessandrini lo volle per il « Ponte di Vetro» e poi fu la volta di « Kean », una parte che molti attori debbono avere sognata e che Brignone ha affidato con sicurezza al giovane quasi novizio.
L’Itala Film lo scritturava, sempre in compartecipazione con la Scalera, per « Ritorno », il film che è stato girato a Berlino dal noto regista Geza von Bolvary.
Questi due film che stanno per essere lanciati su tutti gli schermi dalla Scalera sono il sicuro trampolino per Brazzi, che ne girerà pure altri per questa casa, e ha dei contratti anche per la Germania: pare dovrà girare un gran film a fianco di Zarah Leander.
Attualmente sta girando, sempre per la Scalera Film che l’ha tenuto a battesimo, « Tosca » in cui a fianco di Imperio Argentina e Michel Simon interpreta la parte di Cavaradossi. Certamente un altro successo, perché è un personaggio che gli si attaglia perfettamente.
Brazzi ha anche il dono dell’immediata simpatia ed è quello che fa subito presa sul pubblico.
Nella vita privata Brazzi è un bravissimo ragazzo, modesto nonostante il suo facile cammino nell’arte e tutte le inevitabili dimostrazioni che il pubblico inevitabilmente e spontaneamente fa ai suoi beniamini.
Ha anche lui le sue piccole manie: non ama la pubblicità, fa collezione di pipe, e specie quando studia le parti o legge, ama stare nella penombra, non solo ma anche se fuori brilla il sole chiude tutte le finestre e accende la luce elettrica. Dice che così gli pare di concentrarsi meglio e guai se qualcuno lo disturba in quei momenti.
Ama molto la casa e vi passa quasi tutte le ore che gli rimangono libere dal lavoro. È bravissimo nelle imitazioni dei suoi colleghi celebri.
Ricorda con piacere il suo recente soggiorno a Berlino per le riprese del film « Ritorno »: la grande cordialità, il cameratismo con i colleghi tedeschi, la simpatia di quel popolo stupendamente disciplinato che porta questa qualità anche nell’organizzazione cinematografica, la bellezza della capitale del Reich sono da lui rievocate con grande entusiasmo.
Discende da famiglia bolognese trapiantata a Firenze durante la sua infanzia: ha un fratello nell’aviazione e una sorellina di 16 anni che adora. Pare che anche questa fanciulla abbia qualità non comuni e non ci stupiremmo di vedere presto il nome Brazzi due: volte nella stessa presentazione: fratello e sorella.
Rossano Brazzi, pure essendo oggi uno degli attori giovanissimi, ha la maturità necessaria per interpretare ruoli complessi: ne è prova evidente la sua interpretazione di « Kean » piena di slancio, di passione, genialità, dolcezza e scatti, come lo vuole questo straordinario personaggio che darà a questo giovane la popolarità dei celebri attori.
Roma, Novembre 1940