Maddalena zero in condotta
Una scena del film Maddalena… zero in condotta, regia di Vittorio De Sica

« Zero in condotta » è il titolo di una celebre pellicola del regista Vigo, assai discussa e poco proiettata, feroce satira della disciplina nei collegi che finisce per attribuire talvolta terribili intenzioni alle cose più semplici e cadere così in effetti grotteschi e non convincenti. Vigo è un grande regista, morto giovane, nel 1934, autore di uno dei più importanti capolavori del cinema sonoro: «L’Atalante ». Ma la passione della satira ha falsato in « Zero in condotta » quella vena cinematografica che egli avrebbe potuto mettervi procedendo con maggior ponderatezza.

«Zero in condotta » non si apparenta solo per il titolo, ma anche per l’ambiente colla nuova pellicola « Maddalena, zero in condotta » che De Sica sta attualmente dirigendo e interpretando. Tuttavia, pur svolgendosi anch’essa in un collegio, questa pellicola sarà certamente ben diversa nell’intenzione dell’autore da quella precedente di Vigo, De Sica ha piuttosto ricercato nell’ambiente di una scolaresca femminile il pretesto per introdurre nella pellicola molte ragazze graziose e per svolgervi una trama ingarbugliata e piena di qui pro quo, tipica delle commedie brillanti al tempo del cinema muto, dove la matassa alla fine si scioglie in un finale lieto per tutti.

I collegi hanno servito da sfondo a molte pellicole, e queste si possono dividere in due categorie che corrispondono ai due concetti che abbiamo accennati: o si è voluto vedere nella vita degli adolescenti oppressi da una disciplina eccessiva degli spunti per tragici conflitti, oppure non si è trattato che di un pretesto per allegre trovate. Veramente, la pellicola di De Sica, pur appartenendo senza dubbio al secondo genere, parte, nella trama, con una situazione che potrebbe permettere altri sviluppi: una giovane maestra, insoddisfatta della vita che conduce, si sfoga scrivendo lettere sentimentali a un certo signor Hartmann che è l’ipotetico destinatario cui tutte le allieve scrivono per allenarsi nella compilazione di lettere commerciali. Questa melanconica situazione sembra la partenza per un delicato studio psicologico. Invece le lettere della maestrina vengono per errore imbucate e recapitate a un vero signor Hartmann che si reca alla scuola che figurava nella testata della busta, cercando di chiarire la cosa. Qui nasce un terribile imbroglio che sarà chiarito grazie al generoso intervento di Maddalena, abitualmente pessima allieva, ma che si meriterà alla fine per la sua opera degli ottimi voti e che vedrà coronati i suoi sforzi con un felice matrimonio tra la maestrina e il signor Hartmann junior.

Dicembre 1940

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